giovedì 12 settembre 2013

Muro Dipinto



Il Muro Dipinto 1960-2013


Ecco un articolo molto bello apparso su Repubblica.it - viaggi che parla di Dozza e del Muro dipinto:


Dozza. Quando il museo è a cielo aperto

di Isa Grassano

Dall'11 al 15 settembre torna la biennale del muro dipinto. Artisti si cimentano in una "galleria d'arte" en plein air nata nel 1960 che ogni volta si arricchisce e cambia il volto di uno dei più bei borghi d'Italia

La donna sulla porta, elegante nel suo abito blu e il cappotto giallo, sembra accogliere tutti quelli che varcano l'antica porta di accesso a Dozza, tra i borghi più belli d'Italia. È uno degli affreschi - Entrata degli ospiti, Alberto Sughi, 1987 - che spiccano sulle pareti di questo piccolo borgo medievale, dalla forma a fuso, silenzioso e discreto, adagiato sulle prime colline che dominano la valle del Sellustra, vicino Imola.

Qui le strade sono corridoi espositivi, i muri grandi quadri, mentre le facciate delle case, le finestre e i portoni si trasformano in enormi tele da ammirare. Un museo che non chiude mai e soprattutto, dove non si paga il biglietto d'entrata. Un museo a cielo aperto che torna ad animarsi con la XXIV edizione della biennale del muro dipinto. Dall'11 al 15 settembre (la curatela è affidata a Fabiola Naldi, dottore di ricerca in Storia dell'Arte Contemporanea, con la collaborazione del Comune di Dozza e la Fondazione Dozza Città d'Arte e il MAMbo, Museo d'Arte Moderna di Bologna), gli artisti si cimenteranno in diretta con la creazione delle loro opere, dal muro vuoto al suo compimento, sotto lo sguardo incuriosito e affascinato degli abitanti e dei turisti. Un tripudio di colori, un mix di odori di vernici, un rito per i pittori con le loro impalcature sparse qua e là e l'attesa di scoprire i nuovi "tesori d'arte". Cosa rappresenteranno? Che temi avranno? I lavori finiti si potranno ammirare tutti insieme, in un momento inaugurale, sabato 14 settembre, nel piazzale della Rocca di Dozza. Tre gli artisti al lavoro nel borgo storico: Simone Berti, Andrea Sala e Alekesejs Naumovs.

Così la galleria d'arte en plein air, nelle molteplici soluzioni pittoriche contemporanee, si arricchisce di nuove creazioni che si affiancano alle opere, oltre novanta, degli artisti che si sono alternati negli anni (la prima edizione risale al 1960). Figurano nomi illustri, importanti maestri della pittura, quali Sebastian Matta, Riccardo Licata, Bruno Saetti, Remo Brindisi, Aligi Sassu, Riccardo Schweizer, Norma Mascellani. 


Basta girare l'angolo ed ecco un dipinto dedicato a Corto Maltese (dal titolo "Ho regalato una bandana rossa a Hugo Pratt", Riccardo Ghiribelli, 1997) che sembra sorridere ai passanti, oppure "I vigneti del socialismo romantico", opera di Aldo Borgonzoni, un omaggio all'epopea rurale o "L'Angelo di Dozza" di Giuliana Bonazza, una specie di grande "genio della lampada" che avvolge, come in un abbraccio, tutto il portone di una casa. Ovunque "murales d'autore" che sono in totale simbiosi con le abitazioni. Quest'anno vi è anche una novità. Ci saranno due artisti impegnati nel borgo nuovo di Toscanella, Macs e Tellas, una scenografia affascinante tra il Writing e la Street Art.

Dozza è una meta perfetta per una gita fuori porta. Bello andarci al tramonto, quando la luce del sole fa risplendere i dipinti e le vallate circostanti come specchi dai mille magici riflessi. Oppure, vale la pena andarci venerdì 13 settembre per "Luce ai Muri", la sessione notturna (dalle 20.30 alle 23.30) in cui i capolavori sono enfatizzati da fasci luminosi.

Ricco il cartellone di eventi collaterali. Curiosa la mostra '60 Muri Dipinti che rivisita gli Anni Sessanta (inaugurazione sabato 14 settembre, alle ore 18,30 nella rocca), ovvero il primo decennio della rassegna. Sempre sabato, alle 20, si un concerto di quartetto d'archi. Domenica, sarà disponibile lo speciale annullo filatelico figurato del Muro Dipinto mentre alle ore 15, dalla rocca prenderà il via il laboratorio per bambini (dai 6 a 11 anni), "non si scrive sui muri!". I ragazzi potranno seguire un laboratorio pratico e realizzare con carta, forbici, colla e colori, la loro personalissima opera ispirata al Muro Dipinto. La partecipazione è gratuita ma a numero chiuso; è necessario iscriversi (tel. 0542 678240).

Così tra uno sguardo a un dipinto e a un altro, un'occhiata ai vigneti e agli alberi d'ulivo tutto intorno, si arriva alla sommità del paese, dove svetta la Rocca sforzesca Potente, massiccia, eppure al tempo stesso ben armonizzata con il resto del borgo. Fu voluta, nel tardo Quattrocento, da Caterina Sforza, signora di Imola e di Dozza, da cui il castello prende il nome. Per un breve periodo fu di Cesare Borgia. In seguito fu a lungo contesa dalle famiglie Malvezzi e Campeggi. Furono i primi a spuntarla e ad ottenere il feudo nel 1594. I discendenti l'abitarono fino al 1960, anno in cui l'acquistò il comune. Da vedere la sala Rossa contigua alla camera di Papa Pio VII, la sala delle armi con un pregevole soffitto, l'appartamento del feudatario, la cappella privata con il pozzo a rasoio, la camera dell'alcova. Al piano terra le cucine con tutti gli attrezzi antichi, mortaio, vasi in ceramica, madia; la lavanderia; le impressionanti prigioni con le iscrizioni dei carcerati sui muri e le stanze della Giustizia e dei supplizi. Querce secolari, cedri e pini marittimi arricchiscono il parco che circonda il lato a sud ovest della rocca, mentre nell'aria si respira il profumo di vino. 

All'interno della Rocca ha sede, infatti, l'Enoteca Regionale, una vera mostra permanente delle etichette pregiate della produzione dell'Emilia Romagna (dal nettare dorato dell'Albana Romagna Docg al rosso Sangiovese, al Trebbiano Colli d'Imola doc), con vendita diretta e possibilità di degustazione. Quasi un paradosso per una cittadina da sempre legata all'acqua. Dallo stemma del Comune, con il grifo che si abbevera, ai ritrovamenti di un antico acquedotto proveniente da Monte del Re, fino a toponimi delle chiese, tutto collega il nome di Dozza alla "doccia", condotto in cui scorre l'acqua. E chissà che prima o poi non arrivi un emergente a rappresentare il Dio Bacco che beve un bicchiere di minerale.

(10 settembre 2013)